Bonus edilizi e legge di bilancio 2022 la Filiera delle Costruzioni chiede al Governo la conferma dello sconto in fattura e della cessione de credito.
Eliminare la cessione del credito e lo sconto in fattura per ecobonus (65%) e bonus ristrutturazioni (50%) rischia di bloccare il processo in corso della riqualificazione del parco immobiliare nazionale.
Se da un lato la proroga al 2024 dell’ecobonus e del bonus ristrutturazioni è un fatto molto apprezzato dalla Filiera delle Costruzioni perché permette alle famiglie ed alle imprese di programmare a breve e medio termine i lavori di riqualificazione degli immobili, dall’altro lato avere eliminato la possibilità di cedere il credito fiscale e di utilizzare il meccanismo dello sconto in fattura proprio per ecobonus e bonus ristrutturazioni, oltre a depotenziare il Superbonus per gli interventi sulle unifamiliari, preoccupa seriamente il mondo delle imprese e dei professionisti del settore delle costruzioni.
Eliminando per questi specifici incentivi fiscali la cessione del credito e lo sconto in fattura, strumenti finalizzati proprio per agevolare il pieno e diffuso utilizzo degli incentivi fiscali mirati alla riqualificazione del parco immobiliare, soprattutto da parte delle famiglie a basso reddito, si rischia di fatto di bloccare il mercato della riqualificazione del costruito di cui necessita assolutamente il nostro Paese, mercato che cominciava a dare segnali molto positivi sia sul fronte degli importanti traguardi di sostenibilità socio-energetica che il Governo pone al centro della sua politica, sia sul fronte del rilancio di un settore trainante per tutta l’economia nazionale, quale quello delle costruzioni.
Se confermato quanto proposto dal Governo al comma 2 dell’articolo 8 della bozza di DL Bilancio, si produrrebbero forti e paralizzanti incertezze da parte delle famiglie, e serissime preoccupazioni da parte delle imprese del settore costruzioni che – proprio grazie a questi incentivi, unitamente a quello del cd superbonus– avevano visto l’uscita da una ultradecennale crisi settoriale che le ha messe in ginocchio. Tutto ciò rischia di produrre già nell’immediato l’impossibilità di aprire nuovi cantieri e il blocco di quelli già programmati e/o avviati.
Si rende altresì necessario estendere gli effetti della CILA Superbonus a tutti gli incentivi, per ovvi motivi di uniformità di comportamento e per le difficoltà di acquisire la documentazione sui progetti approvati presso gli enti competenti, escludendo quindi ingiustamente tantissimi cittadini dalla possibilità di usufruirne, senza alcuna responsabilità nell’impossibilità di dichiararne la conformità.
La filiera delle costruzioni si rende fin da ora disponibile a dialogare con il Governo e con il Parlamento per presentare le sue proposte di modifica e integrazione al testo della bozza del DL Bilancio su alcuni punti specifici, mantenendo viva la sua attenzione politica sull’iter parlamentare della manovra poiché in queste ore sono in gioco il destino di molte aziende, soprattutto piccole, di molti professionisti del settore e di moltissime famiglie che hanno creduto, come il Governo ha invitato a fare, nella bontà e nell’efficacia degli inventivi fiscali messi a disposizione per riqualificare il patrimonio abitativo del nostro Paese.
Confusione, incertezze e passi indietro in questa direzione sarebbero un grave errore che andrebbe a discapito non di qualche contribuente, ma di una parte importante delle politiche di sviluppo e riqualificazione del nostro Paese che sono aspetti centrali contenuti anche nel PNRR.