65° Congresso Ingegneri – dal PNRR oltre 90 miliardi per il settore dell’ingegneria
La relazione del Presidente Armando Zambrano: “Per cogliere le opportunità di ripresa dobbiamo essere dentro i processi con proposte precise e capacità di interlocuzione con le Istituzioni”.
Armando Zambrano, nella relazione di apertura del 65° Congresso nazionale degli Ordini degli Ingegneri, intitolato “Next” e interamente dedicato ai temi del PNRR, indica per i professionisti e per il settore dell’Ingegneria una importante occasione di crescita, ma nulla ora può essere dato per scontato.
“Abbiamo un’occasione di ripresa – ha detto Zambrano nel corso della sua relazione - che dobbiamo saper cogliere con capacità di visione, stando dentro i processi di questo nostro Paese. Negli anni il CNI ha operato in rappresentanza di oltre 240 mila ingegneri, allargando il proprio sistema di relazioni, cercando di divenire interlocutore delle Istituzioni, delle diverse componenti del quadro politico nazionale, della società civile nelle sue molteplici forme. Abbiamo agito nell’ambito dell’RPT coordinandoci con il CUP, operando come forza unitaria. Molte misure contenute nel Dl Cura Italia, nel Dl Liquidità e nel Dl Rilancio, dello scorso anno, a favore dei lavoratori, ponevano i liberi professionisti ordinistici in una posizione di subalternità rispetto agli altri lavoratori. Se siamo riusciti a far migliorare alcune norme è perché le nostre organizzazioni hanno agito insieme, cercando e trovando una interlocuzione diretta con il Governo. Su questa strada del dialogo e della rappresentanza forte intendiamo proseguire”.
Zambrano è poi passato alla questione centrale del 65° Congresso: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri stima che più di 90 miliardi di euro del PNRR saranno destinati ad opere, infrastrutture, reti e interventi materiali ad elevata intensità di ingegneria. Reti in fibra superveloce, misure per l’innovazione del Piano Transizione 4.0, Ecobonus e Sismabonus, riqualificazione energetica degli edifici pubblici, opere per la prevenzione del rischio idrogeologico, sicurezza delle infrastrutture viarie, messa in sicurezza degli edifici scolastici, grandi opere ferroviarie, interventi locali per la mobilità sostenibile, passeranno tutte per interventi di progettazione e attività tecniche. L’ingegneria sarà protagonista del Piano approntato dal Governo e con il quale il Paese potrà avviare un processo di modernizzazione.
“Quasi 44 miliardi di opere, programmate nel PNRR, possono essere di interesse diretto dei piccoli e medi studi professionali operanti nei servizi di ingegneria e architettura. Il CNI stima molto prudentemente che questo plafond potrebbe generare un effetto “vòlano” di almeno 4 miliardi di euro di fatturato aggiuntivo a favore dei professionisti SIA in un arco temporale di 5 anni. Due delle misure finanziarie più consistenti previste dal PNRR riguardano tipologie di interventi in cui anche le strutture professionali di ridotte dimensioni possono intervenire: per la realizzazione di Transizione 4.0 sono stati stanziati quasi 14 miliardi di euro e per l’Ecobonus ed il Sismabonus con detrazioni fiscali fino al 110% sono stati stanziati 13,8 miliardi di euro. Fare rete diventa determinate per molti studi professionali di ingegneria per affrontare la sfida e le opportunità che hanno di fronte.
“Tuttavia, per noi la realizzazione del PNRR passa per una strada molto stretta che è quella delle riforme, la prima delle quali è quella semplificazione normativa. L’Italia è un Paese troppo complicato nel quale le opere di ingegneria devono confrontarsi con norme troppo articolate e contraddittorie a totale detrimento della comunità tanto che negli ultimi 10 anni gli investimenti in opere pubbliche si sono ridotti del 23%”.
Il nostro Paese, ha elencato Zambrano, opera con 160.000 norme in materia di adempimenti amministrativi, fiscali, in materia di lavoro, per la sicurezza e per il deposito di atti. La Francia ne ha 7.000, la Germania 5.500, il Regno Unito 3000. “Il peso di fare impresa o di operare come libero professionista, afferma Zambrano, può essere insostenibile”. In Italia si stima che la quota di fatturato destinata dagli operatori economici per fare fronte ad adempimenti amministrative e fiscali sia pari a 57 miliardi di euro.
“L’utilizzo dei Superbonus 110% - ha proseguito poi il Presidente CNI - è emblematico dei rischi che stiamo correndo. Da settembre 2020 ad oggi sono stati attivati più di 10.000 interventi su edifici, ma solo 1.000 riguardano i condomini ovvero la categoria di strutture su cui maggiormente si dovrebbe intervenire per rendere efficace questo tipo di misura in quanto più della metà della popolazione italiana vive per l’appunto in edifici condominiali. Sappiamo già che il ricorso ai Superbonus va a rilento perché le norme applicative sono troppo articolate e complesse. La semplificazione delle norme è improcrastinabile ed il Consiglio Nazionale CNI, insieme alla Rete delle Professioni Tecniche, ha già proposto al Governo modifiche alle norme della legge 77/2020.
“Determinate sarà la riforma della Pubblica Amministrazione. Solo il 31% dei dipendenti delle PPAA è laureato e l’età media del pubblico impiego è passata dai 44 anni del 2001 ai 52 anni del 2018. Vi sono le condizioni per un processo di vera modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Riteniamo determinanti due aspetti. Innanzi tutto che venga reso pienamente operativo il principio di sussidiarietà dei professionisti ex lege 81/2017. Ai professionisti dell’area tecnica potrebbero essere affidato l’espletamento diretto di una parte delle procedure autorizzative e di controllo legate all’urbanistica, all’edilizia e alla sicurezza degli edifici pubblici e privati, ma anche con funzioni nell’ambito dell’apparato della giustizia, ampliando le funzioni dei consulenti tecnici. Un secondo aspetto rilevante è l’assunzione o un più intenso ricorso di professionisti tecnici che rendano fattibili gli interventi previsti dal PNRR. Il Ministro Brunetta, intervenuto poco fa, ha dimostrato di essere fortemente orientato in questo senso”.
“Vi sono le condizioni – ha concluso Zambrano - per ritenere che la ripresa possa divenire realtà. I professionisti dell’ingegneria non intendono stare a guardare ed è con questo auspicio che si apre il Congresso Nazionale del 2021. Attraverso numerosi dibattiti e molti esperti, con estrazione diversa, a confronto l’obiettivo del CNI è comprendere meglio e di più come dare il proprio contributo alla ripresa”.
Nel corso della prima giornata di lavori sono stati presentati i temi congressuali che daranno vita alle tavole rotonde, a partire da domani. A farlo sono stati Gianni Massa, Vice Presidente Vicario del CNI, che in risposta al Ministro Brunetta ha detto: “Dobbiamo sottolineare il concetto di sussidiarietà, ossia la possibilità che hanno i professionisti di supportare le amministrazioni pubbliche, in modo da semplificare i processi che portano alla realizzazione delle opere”. Valdo Spini, ex Ministro dell’Ambiente, ha illustrato i contenuti della monografia dell’Ingegnere Italiano intitolata “Next”, di cui è il curatore, che ricalca quelli del 65° Congresso. Spini ha pubblicamente ringraziato tutti gli autorevoli autori degli articoli, tra cui i Ministri Bianchi, Brunetta, Carfagna e Speranza (la rivista è consultabile al link: https://www.cni.it/media-ing/l-ingegnere-italiano/3565-l-ingegnere-italiano-2021).
I lavori congressuali proseguiranno domani.
Roma 17 maggio 2021