Sicurezza nei luoghi di lavoro tra sinergia e condivisione
La tavola rotonda condotta da Maria Concetta Mattei (Tg2) ha chiuso i lavori della quinta Giornata della Sicurezza organizzata dal CNI.
La quinta Giornata Nazionale della Sicurezza è proseguita nel pomeriggio con la tavola rotonda “La sicurezza nei luoghi di lavoro: sinergia e condivisione” moderata dalla giornalista del Tg2 Maria Concetta Mattei.
Secondo Piercarlo Maggiolini (Politecnico di Milano) “nel momento in cui ci si avvicina a determinati rischi è necessario offrire garanzie di qualità. Non si può lavorare in qualità fornendo la propria prestazione in modo gratuito, per questo la sentenza del Consiglio di Stato ci ha colto di sorpresa”. Un’affermazione in linea col concetto espresso nella presentazione del Presidente CNI Armando Zambrano. Nazzareno Iarrusso (FederArchitetti) ha sottolineato l’aspetto legato agli incidenti sul lavoro: “Esiste la copertura RC per i professionisti, ma resta il penale. In questo senso bisogna contribuire e collaborare per diffondere la cultura della sicurezza, facendo in modo che tutti i portatori d’interesse del settore possano elaborare strategie di collaborazione”.
Per Bruno Giordano (Magistrato di Corte di Cassazione) bisogna applicare il testo unico ma ancora si attendono gli adeguamenti normativi. “Quando parliamo di prevenzione e sicurezza – ha detto - se vogliamo evitare i luoghi comuni e intraprendere la strada della concretezza dobbiamo capire che la sicurezza è distillato di bene collettivo. E’ un bene comune perché ha dei costi che sono sostenuti da tutto l’apparato statale”. Giuseppe Piegari (Ispettorato Nazionale del Lavoro) ha evidenziato la problematica dei falsi attestati. “In tema di sinergie sarebbe opportuno una collaborazione con gli organi di vigilanza. E’ necessario perché l’Ispettorato del lavoro ha a disposizione un numero piuttosto contenuto di ispettori: solo 280 sul territorio nazionale”.
Per Ester Rotoli (Inail) è necessario verificare l’efficacia dell’azione legislativa: “noi legiferiamo e non valutiamo gli effetti della legislazione, salvo poi applicare dei correttivi”. Stefano Bergagnin (CNI) ha lamentato il fatto che gli ingegneri vengano coinvolti con notevole ritardo nello sviluppo dei piani della sicurezza. “Nel Regno Unito – ha detto - i costi per la sicurezza vengono calcolati con largo anticipo perché la sicurezza va progettata, questo è l’investimento corretto. Non pensarci nel momento giusto significa dover sostenere dei costi molto più elevati in un secondo momento”.
Fabio Potrandolfi (Confindustria) ha sostenuto la necessità di una formazione fatta assieme da scuola e impresa: “La sinergia scuola lavoro deve essere sempre presente. Per questo motivo Confindustria ha chiesto che la scuola inserisca insegnamenti di salute e sicurezza, un momento determinante per la forma mentis della persona. La propensione al rischio è della persona”. Michele Tritto (Ance) ha sottolineato che “la normativa italiana è tra le più complete ma la norma viene letta spesso come un appesantimento burocratico. Stiamo combattendo una battaglia per la semplificazione amministrativa. Si parla molto di digitalizzazione e noi vorremmo che questa fosse estesa così da rendere più fruibile la normativa per accelerare le pratiche”.
Cinzia Frascheri (Cisl) è tornata sul tema del testo unico: “Se vogliamo definirlo testo unico dobbiamo rivederlo in maniera sistemica”. Tolomeo Litterio (Corpo Nazionale Vigili del Fuoco), infine, ha rappresentato l’esperienza del suo corpo caratterizzato da una “doppia attività: prevenzione ed intervento in emergenza. Noi facciamo dei controlli e tendiamo ad espletare attività di prevenzione sul territorio”.
Roma 20 ottobre 2017