RPT: audizione in Senato su lavoro autonomo

In discussione il Jobs Act degli autonomi e le problematiche dei professionisti italiani

La Rete delle Professioni Tecniche è stata ricevuta dall’XI Commissione Permanente Lavoro e Previdenza sociale del Senato. In discussione il Jobs Act degli autonomi e le problematiche dei professionisti italiani. 
Zambrano: “Il Jobs Act degli autonomi per primo si occupa del lavoro autonomo nella sua specificità e lo giudichiamo positivamente. Ma si può fare molto di più”. 

Nei giorni scorsi la Rete delle Professioni tecniche è stata ricevuta in audizione presso l’XI Commissione Permanente Lavoro e Previdenza Sociale del Senato. Oggetto del confronto il cosiddetto Jobs Act degli autonomi e, più in generale, le problematiche dei professionisti italiani. 

“Il Jobs Act degli autonomi – ha commentato Armando Zambrano, Coordinatore della Rete e Presidente del CNI – è un provvedimento che per primo si occupa del lavoro autonomo nella sua specificità. Per questo lo giudichiamo positivamente. Poiché i nostri studi attestano una diminuzione media del 25% dei redditi professionali, accogliamo con grande favore tutte quelle misure che consentono la deducibilità dei costi, quali ad esempio quelli per formazione continua e certificazione delle competenze”. 

“Detto questo – ha aggiunto Zambrano – si può fare molto di più. Ad esempio introdurre parametri economici di solo riferimento per l’indicazione dei costi delle prestazioni professionali, come già previsto nell’ambito della vigente disciplina dei contratti pubblici. L’assenza di riferimenti normativi che consentano di stabilire con sufficiente chiarezza il livello delle prestazioni professionali in linea con standard qualitativi predeterminati, oltre a provocare un evidente disorientamento nella committenza, incide in modo significativo sulla stessa corretta applicazione di importanti discipline legislative, come quelle in ambito energetico”. 

Tra le ulteriori direzioni di intervento indicate alla Commissione dalla Rete, c’è quella dei Fondi Europei. Si chiede, ad esempio, di far rientrare le attività svolte da Ordini e Collegi in materia di formazione continua tra le attività finanziabili col Fondo sociale europeo. Inoltre, si chiede un intervento delle Regioni per rendere effettivo l’accesso ai Fondi Europei, attraverso lo studio di misure ad hoc per i professionisti, in assenza delle quali il loro accesso a queste risorse resterebbe solo sulla carta. 

Un aspetto importante del Jobs Act degli autonomi è la tutela del professionista rispetto al committente privato, giudicata positivamente. La Rete, tuttavia, lamenta il fatto che nel testo del provvedimento nulla si dica a proposito di tutela nei confronti della committenza pubblica, conparticolare riferimento alla criticità rappresentata dai ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. 

In tema di previdenza i professionisti tecnici hanno chiesto di rendere possibile il versamento dei contributi integrativi presso le casse di previdenza professionali e di consentire alle professioni ordinistiche sprovviste di aderire alle casse di previdenza esistenti. La RPT ha chiesto, infine, una seria azione di rilancio delle Società tra Professionisti, con particolare riferimento alla possibilità di scegliere il regime fiscale da adottare, dal momento che non tutti i professionisti che decidono di associarsi sono uguali e caratterizzati da identiche problematiche. 

“Le nostre proposte – ha concluso Zambrano - sono state condivise nel metodo e nel merito dalla Commissione. Il Presidente sen. Maurizio Sacconi, che ringrazio per la sensibilità dimostrata, ci ha chiesto di formulare compiutamente ulteriori proposte emendative e integrative del testo in discussione, che invieremo nei prossimi giorni”. 

Roma 25 marzo 2016

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Comunicato stampa