Dissesto idrogeologico. Zambrano e Sessa: "Riportare il progetto al centro delle procedure"
L'emergenza non ha fine. Il dissesto ha la priorità
Dissesto idrogeologico. Zambrano e Sessa: "Riportare il progetto al centro delle procedure" Durante il Secondo Tavolo tecnico dedicato al tema il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e coordinatore delle Reti tecniche delle professioni e il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici hanno definito gli obiettivi da centrare per affrontare le conseguenze delle emergenze alluvionali. Tra gli altri elementi indicati: conferimento ad organismi esterni competenti delle attività di progettazione; codice di comportamento per il buon utilizzo del territorio; griglia di valutazione per le Stazioni Uniche Appaltanti per la fase di ideazione degli interventi "Riportare il progetto al centro delle procedure". Un argine alle conseguenze sempre più gravi delle alluvioni che si abbattono sul Paese è stato individuato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri durante la seconda riunione del Tavolo di Lavoro che si occupa del “Rischio idrogeologico” alla presenza di Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e componente della Cabina di Regia della Struttura di Missione di contrasto al Rischio idrogeologico. L'emergenza non ha fine e di fronte all'inverno in arrivo le categorie tecniche passano al vaglio possibili soluzioni normative per ridurre gli effetti delle inondazioni sui territorio e persone: "Con il Presidente Sessa - spiega infatti Armando Zambrano, Presidente del Cni e Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche - abbiamo condiviso necessità di tenere nella giusta considerazione la questione legata alla fase di progettazione delle opere, per ridurre i danni provocati dal dissesto idrogeologico. Non solo, poiché "questa fase va curata con particolare riguardo" le categorie tecniche ritengono che "determinante il contributo dei professionisti esterni all’elaborazione dei progetti". Il dissesto idrogeologico quindi, è ritenuto dalle categorie tecniche priorità da affrontare con un ricco apporto di idee e linee di sviluppo, quattro per la precisione: “Definizione di buone pratiche per la realizzazione di opere a salvaguardia del dissesto; definizione di procedure semplificate per il conferimento di incarichi di progettazione a normativa invariata; definizione di un codice di comportamento teso al buon utilizzo del territorio; definizione di una griglia di valutazione da offrire alle Stazioni Uniche Appaltanti per la fase di progettazione degli interventi”, ha spiegato infatti il Presidente Zambrano ad un attento Massimo Sessa: “Raccolgo gli spunti offerti dal Presidente Zambrano e mi congratulo per gli sforzi che l’intera Rete delle Professioni Tecniche sta compiendo per affrontare uno degli argomenti che attualmente interessa maggiormente l’opinione pubblica. Il percorso comune intrapreso dalla Struttura di Missione e dalla Rete delle Professioni Tecniche consentirà di centrare l’obiettivo prefissato“La cattiva programmazione e la bassa qualità degli interventi sinora garantiti non hanno consentito di curare il territorio in modo adeguato alla necessità di sicurezza della popolazione, fattore che si acuisce durante i periodi di precipitazioni più intense”.Molti i rappresentanti delle associazioni attorno al Secondo tavolo: oltre ai citati Zambrano Sessa erano presenti Andrea Sisti, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei dottori Agronomi e dei dottori Forestali e Segretario della RPT, Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati, Lorenzo Benanti, Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, Silvano Da Roit e Antonio Perra, membri del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, Stefano Aversa, dell’Associazione Geotecnica Italiana e Pierluigi Claps, del Gruppo it.idraulica "Provvederò ad indire una nuova riunione, presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, per verificare il recepimento degli input forniti e per proseguire sulla strada della mitigazione del rischio connesso al dissesto” – ha concluso il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Roma 09.dicembre.2014
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