Emergenza covid-19: il CNI chiede a Inarcassa di attivare misure urgenti a favore degli iscritti
Il Consiglio Nazionale Ingegneri è fortemente impegnato in questi giorni a sostenere i professionisti nel fronteggiare la situazione di crisi economica derivante dall’epidemia dovuta al virus Covid-19. A questo proposito ha presentato al Premier Giuseppe Conte alcune proposte di interventi normativi sia per la tutela dei liberi professionisti che per il rilancio dell’economia, che dovrà avviarsi subito dopo l’emergenza in corso.
In questa ottica, il CNI ha inviato una lettera a Inarcassa, firmata dal Presidente Armando Zambrano, nella quale auspica che la cassa di previdenza degli ingegneri e degli architetti possa impegnarsi nel sostenere agevolazioni per gli iscritti, anche da prorogarsi ove la situazione dovesse prolungarsi nel tempo. La lettera contiene le seguenti proposte:
- consentire una moratoria di due dei tre versamenti del conguaglio annuale del contributo soggettivo e integrativo; in particolare la rata di marzo potrebbe essere spostata a giugno 2020, quella di luglio a settembre 2020 rinunciando all’interesse dell’1,5% attualmente previsto; la terza e ultima rata andrà pagata come previsto a novembre 2020, anche in questo caso senza applicare l’interesse dell’1,5%;
- spostare le scadenze di pagamento della prima e della seconda rata del contributo minimo soggettivo e integrativo e del contributo di maternitàrispettivamente: da giugno a settembre 2020 (prima rata) e da settembre a novembre 2020 (seconda rata). Parallelamente per gli iscritti che avessero optato per la rateizzazione bimestrale del contributo minimo si chiede una moratoria della prossima scadenza (aprile 2020 per il pagamento della seconda rata bimestrale) spostando il pagamento della seconda rata ad agosto 2020 per poi riprendere con le normali scadenze bimestrali in calendario;
- consentire in via eccezionale per il periodo compreso da marzo a dicembre 2020 l’emissione di un certificato di regolarità contributiva in sanatoriaper gli iscritti che, in debito di contributi con la Cassa (ivi compresi i debiti trasferiti ad Agenzia Riscossione), abbiano a propria volta un credito comprovato con la Pubblica Amministrazione per lavori svolti e liquidabili. Ciò consentirebbe all’iscritto di emettere fattura per lavori svolti e di sanare totalmente o parzialmente il debito con Inarcassa (a seguito dell’incasso);
- estendere le misure emergenziali e di sostegno ai professionisti, non solo agli iscritti Inarcassa residenti nelle così dette “zone rosse Covid-19” di Lombardia e Veneto ma a tutto il territorio nazionale, essendo evidente che la crisi coinvolge l’intero Paese.
“Una moratoria dei pagamenti dei versamenti dovuti dagli iscritti- scrive Zambrano - è da considerarsi come il segnale indispensabile che attualmente dovrebbe essere dato agli iscritti per allentare la tensione in atto, pur riconoscendo che ciò potrà avere un effetto importante sul bilancio della Cassa dell’anno in corso, che potrà essere recuperato per l’anno successivo. Le misure sopra menzionate non produrrebbero minori incassi di elevata entità e sarebbero nel contempo di grande utilità per gli iscritti. Le minori entrate sarebbero peraltro limitate alla mancata quota interessi sulla rateizzazione dei conguagli per contributo soggettivo e integrativo”.
Un segnale particolarmente incoraggiante che Inarcassa potrebbe dare agli iscritti che nel 2019 hanno mostrato ridotte capacità di reddito potrebbe consistere, secondo il CNI, nella decisione di decurtare di un quarto l’ammontare della seconda rata del contributo minimo da versare nella seconda metà del 2020. Tale misura dovrebbe essere applicata ai soli iscritti che nel 2019 hanno dichiarato un reddito professionale uguale o inferiore a 16.000 euro.
Si tratterebbe di una misura del tutto eccezionale e di un importante segnale a sostegno soprattutto dei professionisti in difficoltà, di quelli che operano in strutture di piccole dimensioni e dei più giovani che saranno maggiormente esposti al ciclo negativo che ci si appresta verosimilmente ad affrontare e che si auspica sia il più breve possibile. Un abbuono inferiore ai 300 euro da applicare solo agli iscritti che nel 2019 hanno dovuto versare il solo contributo minimo soggettivo.
In allegato la lettera inviata dal CNI al Premier Conte.
Roma 12 marzo 2020